Teoria assiomatica del punto e basta
Quando te ne vai,
quando levi le tue cose dagli scaffali, quando svuoti gli armadi e percorri quel corridoio angoloso che ti porta fuori dalla vita di qualcuno,
non sei mai attenta al rumore che fanno i tuoi passi.
Se però sei un tignoso Capo di Stato quel rumore semplicemente lo vuoi, lo pretendi, te lo aspetti.
Se però sei un tignoso Capo di Stato quel rumore semplicemente lo vuoi, lo pretendi, te lo aspetti.
Lo cerchi come se ti fosse dovuto.
Che tutti sappiano che te ne stai andando, che si facciano le prove generali come un' esercitazione antincendio, che si suonino le campane, che passino casa per casa i messi comunali come gli aedi.
E invece quando te ne vai conta il silenzio che fa' vuoto,
che il rumore diventa fastidio e il fastidio indifferenza.
Lo saprebbe se non fosse abituato a barattarsi le parole della gente, ad accaparrarsi voti invece che stima.
Se avesse pagato la vita invece che comprarsela.
C'è differenza tra mancanza e bisogno.
Che nell'era del consumismo i bisogni si cambiano, si incollano facce su facce fino a far sparire gli odori dentro la colla.
Le mancanze no,
sono cave, pesanti come i vuoti, sono pozzi senza fondale in cui lanciare una moneta, ginocchia nude sulla pietra umida, fino a che non fili giù per esprimere il desiderio che ti avviti la vita.
Saprebbe che quello che compri una volta si rivende pure.
Saprebbe che ci sono leggi che non si scrivono eppure si rispettano lo stesso.
Come gli assiomi di geometria piana.
Che tutti sappiano che te ne stai andando, che si facciano le prove generali come un' esercitazione antincendio, che si suonino le campane, che passino casa per casa i messi comunali come gli aedi.
E invece quando te ne vai conta il silenzio che fa' vuoto,
che il rumore diventa fastidio e il fastidio indifferenza.
Lo saprebbe se non fosse abituato a barattarsi le parole della gente, ad accaparrarsi voti invece che stima.
Se avesse pagato la vita invece che comprarsela.
C'è differenza tra mancanza e bisogno.
Che nell'era del consumismo i bisogni si cambiano, si incollano facce su facce fino a far sparire gli odori dentro la colla.
Le mancanze no,
sono cave, pesanti come i vuoti, sono pozzi senza fondale in cui lanciare una moneta, ginocchia nude sulla pietra umida, fino a che non fili giù per esprimere il desiderio che ti avviti la vita.
Saprebbe che quello che compri una volta si rivende pure.
Saprebbe che ci sono leggi che non si scrivono eppure si rispettano lo stesso.
Come gli assiomi di geometria piana.
Un punto piccoletto, superbioso e iracondo,
“Dopo di me – gridava - verrà la fine del mondo!”
Le parole protestarono: “Ma che grilli ha pel capo?
Si crede un Punto-e-basta, e non è che un Punto-e-a-capo”.
Tutto solo a mezza pagina lo piantarono in asso,
e il mondo continuò una riga più in basso. (Rodari)
Skin,Tear Down These Houses.
6 commenti:
Superba citazione da Rodari. J'adore.
Io vorrei vederlo avanzare tra pernacchie.
Bello. Il punto è piccoletto, suppongo, per nonchalance stilistica. :D
@Flavia: Immenso Rodari ;)
@Zde: ora non lo è già?
Gì: Of course =D
Non se ne vuole andare, altrochè punto e basta, nun ce vo' sta....
Russo io non l'ho capita la cosa delle dimissioni a tempo.
Secondo me ha sbagliato Napolitano, doveva lasciare ieri non tra un pò, metti che ritratta, che facciamo?
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