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Vetri


Dietro i vetri spessi del Ministro sottile ìmpera una tela.
E' una tempera del Tiepolo, si chiama la Verità svelata dal Tempo.
All'arte in questi tempi grami, tocca far da fodera trasparente, da sfondo al disastro in primo piano, si dirà.
No.
Tocca di peggio.
Tocca sopportare lo scempio d'essere corretta dai barbari.
Quel quadro è - infatti - ritoccato.
La Verità è pensata come una donna morbida, viziata da una nuvola leggera, coccolata dal vecchio raggrinzito Tempo e festeggiata dai putti gioiosi, ma.
Ma c'è un particolare che infastidisce il gusto di Berlusconi.
La falce del Tempo? No.
Il seno nudo che scivola fuori dalla veste biancastra della Verità.
Dice - Lui - che può turbare il pubblico, essendo il quadro posto nella sala delle conferenze stampa e preteso da lui.
Ordinato, come una pizza, come un aperitivo al bar.
Ed in effetti si noterebbe il contrasto con il silicone strabordante della Andreson, le tettone grasse di quella tizia del Grande Fratello, che passano  sulle sue reti come treni veloci, vuoti e senza arbitrio,
e sarebbero capaci di far diventare insensibile agli stimoli pure un toro.
Non ci sta bene - dicevo - una donna candida con la certezza rocciosa di non essere altro all'infuori della Verità, col capezzolo tenue e sicuro che piega il Vecchio senza bisogno di nientaltro che la sua virtù.
Intellettuale.
E' un'onta, per lui, la verità.
Nuda, poi, è inaccettabile. Senza manco un Verdini di scia.
C'ha fatto mettere un pezzo di nuvola, un cencio maldestro.
Come un Capezzone qualunque, come un ufficio stampa che tampona le tue dichiarazioni di guerra.
Come se la Verità dovesse essere accettabile per forza.

Non basta.
Ci sono altre due statue a Palazzo Chigi.
Volute perchè Lui le ha viste in copia in una fiera cinese.
Come se adesso per scoprire due dei migliori pezzi di scultura italiana bisogna vederne la copia in Cina.
Un giorno ci passa accanto vede che a Venere mancano le mani e che Marte è senza uccello.
Così fa' fare un paio di   guanti a Venere e raddoppia le dimensioni dell'uccello di Marte.
Poi incolla tutto insieme, come un art attack.
Come un bambino che rompe il vaso della mamma e prende i cocci e li riattacca impiastricciandosi con la colla.
Con la differenza enorme che il bambino riattacca i cocci per una mistura di paura e affetto,
lui per vanità.
E' come quando uno fa del bene solo per il gusto di essere applaudito, per sfamare il proprio Ego e non per bontà.
Che non conta mai solo il gesto, conta anche il perchè.

Opere d'arte non solo traviate dalla rozzezza di un uomo volgare, ma sottratte alla cura dei musei.
Questa mania di dover mostrare, di dover esserci sempre, di lasciare la propria traccia.
Come scrivere sui muri, sui cavalcavia, come mettere i propri lucchetti,  come la gente che si infila per forza dentro le foto, invece di guardare, semplicemente.
Che se ogni tanto la piantassimo di avere questa fobia di dover lasciare il segno ne guadagnerebbe il mondo in pulizia e noi in consapevolezza.
Perchè esserci non è un adesivo sopra cose, un cencio che pulisce una tetta, è guardare.
E' un modo di sentire il mondo.
Di abbattere i vetri.


Sotto il muro dei vetri si risveglia la vita che si prende per mano a battaglia finita. 
Che è anche la canzone di oggi.

5 commenti:

il Russo | 2 settembre 2011 alle ore 16:56
  

  Un pazzo nel suo labirinto... 

 
Zdenek | 2 settembre 2011 alle ore 18:28
  

  Anche tu, però, mi sei caduta sull'uccello. Il nome giusto non andava bene? :)

Tvemonti.
Io lo guarderei a vista, poverino. 

 
La Scalza | 2 settembre 2011 alle ore 18:53
  

  @Nel nostro, Russo, nel nostro.


@No, non andava bene.
E' un puro artificio retorico.
Devi usare parole sconce ed inadatte per spezzare il ritmo.
E' il contrasto tra il canone policleteo e l'uccello ciò che deve fare rabbia. 

 
Gianandrea Ghirri | 3 settembre 2011 alle ore 00:17
  

  Ti sei superata. 'sta cosa t'ha fatto proprio girare le balle, eh!?
Coprire le vergogne nella Sistina fu un atto 'di Storia'.
Questo è lo sbrodolamento di un ego marcio.
Come dicevi bene tu.

PS: ma ce lo vedi quel tipo umano lì a 'guardare' soltanto? 

 
La Scalza | 3 settembre 2011 alle ore 12:13
  

  Si, mi ha urtato.
E mi urta sempre di più tutte le volte ce ci penso.
Ma io dico, puoi staccare un Tiepolo e mettertelo alle spalle?
Puoi modificarlo?
Ma si può?

Appunto è inadatto a fare qualunque cosa che richieda spremitura di neuroni.
Spero che al prossimo giro eviteremo i prigionieri. 

 

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